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Colloquio e Assessment PDF Stampa E-mail



I colloqui sono lo strumento principale di impostazione, svolgimento e restituzione della valutazione psicodiagnostica. Solitamente, l'intero processo valutativo si articola su 4/5 incontri o più, detti di "consultazione psicodiagnostica"; questi sono spesso (anche se non sempre) strutturati con un primo colloquio di inquadramento e valutazione, 1-2 incontri per la somministrazione di reattivi e testistica, ed 1-2 incontri di ulteriore sintesi dei relativi risultati ed approfondimento clinico. Al termine di questa consultazione, il clinico si è fatto un'idea della situazione e propone al paziente una "restituzione" e, se necessario, una proposta di trattamento o di invio a strutture diverse.

I colloqui possono essere impostati secondo diverse modalità di svolgimento, in base al contesto, alle necessità cliniche ed alla formazione teorica del clinico che lo esegue. Spesso, sono orientati in maniera non strutturata (ovvero, lasciando la persona libera di esporre le proprie problematiche, con un minimo intervento da parte del clinico) o semistrutturata (il clinico esplora alcune aree relative alla problematica esposta, alla situazione personale e contestuale del paziente, alla sua domanda di intervento, alla motivazione al trattamento, etc.). In entrambi i casi, il clinico raccoglie ed ordina gli elementi utili a comprendere al meglio il senso della richiesta del paziente, e gli aspetti fondamentali della sua situazione personale, per poi effettuare delle conseguenti proposte di presa di carico o di "invio" ad altri professionisti/strutture.

Per "assessment" s'intende la valutazione globale e differenziale del paziente, nell'unicità e complessità psicologica che lo caratterizza, considerando anche le sue risorse e i suoi limiti.

In psicologia clinica l'accento dato all'assessment è più spostato sul rapporto individuale clinico-paziente, si parla infatti di personality-assessment per indicare principalmente un «processo informale di acquisizione di conoscenza, di comprensione e di descrizione delle persone» ma anche «un tipo particolare di attività scientifica e professionale, caratterizzata dall'utilizzo delle metodiche di analisi e misurazione della personalità». In altre parole, nella valutazione individuale, l'assessment costituisce un processo di valutazione, documentazione delle competenze e del potenziale, governato dalla peculiare capacità dello psicologo di compredere empaticamente lo stato emotivo, il vissuto interiore della persona e di ricostruirne così un profilo a 360° che comprenda aspetti profondi, relazionali e sociali.

La prassi dell'assessment comporta due fasi:

  1. Misurazione: si effettuano una serie di test psicodiagnostici standardizzati per raccogliere informazioni necessarie alla seconda fase e per avere un riferimento di partenza con cui confrontare i dati successivamente ottenuti somministrando gli stessi test durante ed alla fine del percorso di cura (studi longitudinali).
  2. Ipotesi: i dati raccolti nella prima fase, assieme ad una impressione globale che il clinico si fa del paziente, consentono di formulare ipotesi riguardo:
    - il sussistere di evidenti relazioni tra i disturbi;
    - le situazioni nelle quali cresce la probabilità che il disturbo si manifesti;
    - l'origine del disturbo, i processi implicati e i meccanismi che lo governano, tecnicamente: l'eziopatogenesi;
    - le probabilità di successo delle diverse strategie terapeutiche che si hanno a disposizione;
    - le tecniche e gli strumenti più adeguati a sostenere il trattamento.

Risultano molto utili i test situazionali o di role-playing, che simulano una situazione (direttamente o indirettamente collegata all'ipotesi circa l'eziopatogenesi del disturbo) nella quale viene richiesto al cliente di elaborare una strategia, trovare una soluzione, oppure si misura la sua risposta emotiva per capire meglio il suo vissuto interiore, esistenziale, se sussiste un rapporto a livello profondo con il problema e il suo grado di fissazione.

Secondo Rovetto e Moderato questa prassi standard dovrebbe consentire di:

  • ricostruire i meccanismi e i processi che sottendono i problemi (o disturbi lamentati);
  • individuare e concordare con il paziente sia gli obiettivi immediati sia quelli di medio/lungo periodo relativi all'eventuale trattamento;
  • identificare le modalità di intervento più appropriate, per fare fronte ai problemi del soggetto in maniera efficace e duratura;
  • decidere circa le possibilità e le opportunità di una presa in carico.

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